Il Museo della Tortura raccoglie una collezione davvero singolare e di fama internazionale di oltre 100 strumenti originali di tortura del XVI e XVII secolo e ricostruzioni filologiche del XVIII e XIX secolo: dalla sedia inquisitoria, al piffero del baccanaro, ai ragni spagnoli.
Una grande esposizione, inserita in un contesto suggestivo, che non mancherà di stupire i visitatori, ma anche di far riflettere sui complessi sistemi di tortura. Un viaggio agghiacciante fra arnesi e dispositivi nati dalla terribile inventiva umana, ma che diventano una formidabile testimonianza contro la criminalità di stato e di potere.
Un’esposizione per scuotere le coscienze
Il contenuto della mostra è di forte impatto sui visitatori proprio per rendere lo spettatore cosciente dell’esistenza della tortura nel corso della storia e della deplorevole permanenza di questa pratica che ancora oggi occupa le prime pagine dei quotidiani.
Se l’elemento dominante che ha portato questa mostra ad essere visitata da milioni di persone è la curiosità suscitata dall’orrore storico che origina da un’epoca lontana e oscura come il Medioevo, è anche vero che è diventata un detonatore delle coscienze.
Una Mostra che impone la riflessione sull’intolleranza e la crudeltà umana nel corso della storia. L’intento della mostra è proprio questo, far sapere cos’è la tortura e denunciarla.
In un momento in cui tornano in modo sinistro agli onori della cronaca quotidiana temi come l’antisemitismo, l’intolleranza, il razzismo, la violenza, la guerra, questo progetto, articolato secondo diverse iniziative culturali, rappresenta sicuramente un momento di riflessione, un’occasione per conoscere e ricordare quanto accade e quanto potrebbe accadere se tutti insieme non cercassimo il rispetto di chiamarci uomini.